mercoledì, ottobre 04, 2006

Stiamo perdendo tempo (monologo teatrale)

Stiamo perdendo tempo. Lo aveva capito anche Seneca. Chi era Seneca? Un filosofo. Insomma, uno che aveva tempo da perdere. Quando si accorto di non averne più, si è tagliato le vene. Tutti sprechiamo il nostro tempo. Anche voi ora, qui state perdendo il vostro tempo, perché lo avete consegnato nelle mie mani. Io sono il depositario del vostro tempo. Se credete che questa nostra di oggi sia soltanto una perdita di tempo o peggio un modo per ingannare il tempo, vi converrebbe andarvene subito. Il problema è che io non potrei parlare ad una platea vuota perché cosi facendo perderei soltanto del tempo. Quindi, siate gentili, non fatemi perdere altro tempo e rimanete seduti. Il tempo... se ne parla tanto eppure ci sfugge, lo si sconosce. Ma cos'è il tempo? Secondo i vocabolari il tempo è nozione che organizza la mobile continuità di stati in cui si identificano le vicende umane e naturali, ricollegandola ad un idea di successione o di evoluzione... Dice Seneca: il tempo ci viene tolto o sottratto, quasi a nostra insaputa, oppure ci sfugge, non si sa come. Omnia aliena sunt, tempus tantum nostrum est. Tutto ci estraneo, solo il tempo è veramente nostro. Me la sono fatta tradurre anche se ho studiato latino... E si che la professoressa diceva sempre che io sui libri perdevo soltanto tempo. Una cosa certa, il tempo è l'unica cosa di cui la natura ci ha fatto padroni. Non c'è nessuno che si senta in debito, se gli si concede del tempo... Eppure questa è l’unica cosa che non si può restituire, nemmeno se si prova grande riconoscenza. Così se ciò fosse vero, non ci sarebbe prezzo a pagare... per il tempo che io vi sto concedendo. Si potrebbe triplicare un eventuale prezzo d'ingresso. Ma allo stesso modo io dovrei pagarvi per il tempo che voi mi concedete... Conti alla mano… voi siete tanti io sono uno… Non mi conviene, lasciamo perdere. La verità è che dobbiamo riappropriarci del nostro tempo. Gran parte della vita ci scappa senza far niente e l'intera esistenza trascorre in occupazioni inutili che non ci riguardano veramente... anche se non sempre ne siamo coscienti. Ecco: non è tanto il tempo perduto il reale problema quanto avere coscienza di esso. E come si fa a distinguere se il tempo stato perso oppure stato ben impiegato? Dobbiamo impegnare meglio il nostro tempo! Dobbiamo evitare lo scorrere inutile, improduttivo del nostro tempo. Del resto la modernità serve a questo, no? Una volta i libri si scrivevano a mano... e passavano anni prima di leggerne uno. Poi è nata la stampa... la penna a biro, la macchine da scrivere, quelle elettroniche, il computer... il silkepil…! E' stato un bei risparmio di tempo inutile no? Se un tempo tu non riuscivi a finire di leggere un libro perchè prezioso, perchè scritto a mano, rilegato a mano... oggi la modernità ha fatto veramente un passo straordinario. Oggi evitiamo direttamente di leggerlo, il libro. E abbiamo recuperato un sacco di tempo. Il progresso della società moderna sta lavorando per noi, per farci recuperare il tempo. Una volta per alla donna per procreare un figlio era necessario impegnare tutte l’energie... perché prima dovevi conquistare il suo uomo… cioè doveva lei farsi conquistare. Lo vedeva prima per strada... poi gli faceva un sorriso accennato... poi caso mai si presentava ai genitori di lei e si “spiegava”. Quindi cominciavano a uscire assieme in compagnia di madre zia e sorella e di lei. Quindi la sposavi. E nel frattempo erano passati anni. E solo allora si poteva ragionare sulla procreazione. Tutto il tempo era proiettato verso la soddisfazione del desiderio. Oggi fortunamente ci siamo evoluti: sono nate le banche del seme. Tutto tempo guadagnato. Anch’io ho un libretto di deposito… una vita di versamenti. Sapere impiegare il proprio tempo importante. Non dobbiamo delegare agli altri il nostro tempo. Dovremmo farcelo restituire. Si potrebbe proporre la creazione di una banca del tempo dove poter ritirare porzioni di tempo da reintegrare. Come dire: ridateci il tempo perduto. Considerando che tutti noi abbiamo del tempo da richiedere, e che ognuno di noi pur avendolo ne vorrebbe sempre di più, si finirebbe per creare ingorghi, code lunghissime e quindi: ennesima perdita di tempo. Forse una sorta di polizia del tempo potrebbe controllare gli illeciti compiuti ai nostri danni e predisporre il risarcimento. Obbligare tutti coloro che ci hanno fatto perdere del tempo a ridarcelo in altre forme. Esempio: Gli autori e i presentatori e le soubrettes di trasmissioni televisive inutili o brutte: tutti impiegati a casa nostra, assunti senza stipendio come collaboratrici domestiche per pulire, stirare, rassettare, spolverare, cucinare. lavare... sino all'estinzione del credito di tempo che abbiamo nei loro confronti per aver seguito le loro insulse trasmissioni. E cosi via. Seguendo questo regola semplice ognuno di noi riceverebbe un bonus di tempo da poter spendere come crede senza obblighi. Ma forse arriverà il giorno in cui noi saremo veramente padroni del nostro tempo. Lavoreremo senza lavorare... anche se molti già lo fanno adesso... Non faremo più file agli sportelli o in macchina, mangeremo senza mangiare. parleremo senza parlare... Dormiremo senza dormire... Fornicheremo senza formiche. E guadagneremo tempo tempo tempo... Saremo pieni di tempo. Bello eh? E che faremo poi? Seguiremo il dettato del maestro Seneca, e potremmo starcene tutti per proprio conto, di fronte ad uno specchio a ripetere: Sono cosciente che è trascorso un minuto dei mio tempo che io coscientemente lascio trascorrere senza far nulla, piuttosto che disperderlo in azioni inutili, e so che nessuno potrà restituirmelo... Ho capito perché Seneca si tagliato le vene. Ora vado. Anche perché non so più come impegnare il mio tempo...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti! Io sono solo un'aspirante attrice ma credo di avere buon qusto in fatto di opere teatrali. E questa mi piace ,molto! E' interessante, originale. Aspetto con ansia il prossimo!..
Maria Teresa